Il prosecco italiano: l’ascesa e le prospettive future

Il prosecco italiano negli ultimi tempi è molto richiesto e sta registrando un boom di vendite: circa 355 milioni di bottiglie all’anno per le bollicine più famose d’Italia.

Il merito dell’exploit? Gli esperti “puntano il dito” verso le donne, le prime fan del prosecco che da qualche anno a questa parte hanno sviluppato forti tendenze nel bere quanto c’è di migliore, consigliando anche gli uomini. Basti andare a fare un giro nei locali di tutto il mondo, e sarà facile notare che la maggior parte delle volte, sui tavoli di compagnie di sole donne, fa capolino una buona bottiglia di prosecco.

Parola ad un pioniere del settore

Giancarlo Aneri, un settantenne di origini veronesi, conosce bene il vino italiano e i gusti di chi lo compra da tutto il mondo: nonostante la sua età affronta la vita con energia ed entusiasmo, essendo produttore di olio e possedendo una torrefazione di caffè. Ma non si ferma qui: Aneri infatti è anche il produttore di poco ma ottimo vino, l’Amarone, oltre che del prosecco italiano Valdobbiadene docg. Il vino e le circa 360 mila bottiglie di bollicine prodotte ogni anno, finiscono nelle mani di “persone giuste” che le stappano nei momenti giusti. Giancarlo non si ferma mai e apre la strada ai colleghi che hanno meno capacità di comunicazione: ritiene che ciò sia frutto del fatto che è del segno zodiacale dell’ariete, determinato e carismatico. Competitivo ma non troppo, è in grado di adattarsi ai cambiamenti del mercato e di lavorare in gruppo insieme agli altri italiano d el settore, per tener testa alla concorrenza estera.

Le bollicine sono donne

Aneri ha capito bene quanto il gusto del prosecco italiano sia al femminile, tanto da aver dato il nome delle sue tre nipotine Giorgia, Ludovica e Lucrezia, alle altrettante tre aziende agricole produttrici di bollicine e vino che lui stesso possiede. Si sente fiero della sua scelta, anzi, ritiene sia un’ulteriore passo per confermare la vicinanza alle famiglie di una bevanda così rinomata: come nonno ne è orgoglioso e guarda al futuro per brindare ed esibire i suoi prodotti sia in feste a casa che durante cerimonie o altri eventi importanti. Racconta di quanto questo settore si sia ormai evoluto in Italia, nell’arco di 40-50 anni: negli ultimi tempi gli stranieri cominciano a prediligere il gusto italiano, come in un matrimonio in Toscana di una coppia di stranieri vip, che hanno bevuto soltanto prodotti italiani, tra cui, per una chiusura in grande della cena, una magnum del prosecco di Aneri.

Un po’ di numeri

Analizzando il fenomeno di ascesa del prosecco italiano, è facile stupirsi: basti pensare che durante il 2015 sono state prodotte ben 355 milioni di bottiglie, che rappresentano un aumento del 15,8% rispetto al 2014, soltanto un anno prima. Tutto questo ad opera delle circa 10 mila aziende di vino, 1200 cantine e 365 case produttrici di spumante, che hanno la più alta concentrazione in 9 province tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, che ospitano il vigneto Glera, dal quale derivano: Treviso, Venezia, Vicenza, Padova e Belluno in Veneto; Trieste, Udine, Pordenone e Gorizia in Friuli.

La prosperità di questi vigneti ha fatto sì che venissero create delle vere e proprie etichette doc e docg: una doc Prosecco e le docg Valdobbiadene e Asolo: proiettati tutti e tre verso i mercati stranieri, sui quali cercano di fare colpo, riuscendoci, dal momento che Aneri da solo riesce ad esportare metà dei suoi prodotti, mentre la frazione totale di export della produzione italiana si aggira intorno al 70%, ripartito per la maggior parte tra gli USA, la Germania e la Gran Bretagna.

I punti deboli della produzione italiana

Ma non bisogna fermarsi nonostante i buoni risultati, anzi, si deve puntare sempre più alto, puntando sui mercati emergenti e innalzando la qualità dei prodotti, dal momento che anche se le vendite sono maggiori della Francia, questi ultimi ci superano di gran lunga riguardo al fatturato generale. Ciò accade perchè negli ultimi 10 anni di ascesa, produttori con potenzialità sono migliorati sempre di più, mentre alcune aziende mediocri hanno avuto un peggioramento, ovvero sono ora disposte a vendere il prosecco a meno di 5 euro. Proprio questo è l’anello debole che deve essere rafforzato per affermare ancora di più le esportazioni e il fatturato delle bollicine made in Italy, in quanto tanta quantità ma a prezzo basso non è in grado di portarci lontano.

Comunicare per vendere

L’ultimo ma non meno importante fattore è il marketing: la giusta pubblicità e comunicazione servono per far conoscere i prodotti italiani agli stranieri, questo lo sa bene Giancarlo Aneri, che con la sua intraprendenza è riuscito a portare il suo vino sulle enormi navi MSC Crociere e sugli aerei Air Dolomiti, riuscendo a raggiungere un’ampia utenza. Tuttavia, non dimentica il piccolo consumatore italiano, anzi, è molto soddisfatto dei risultati raggiunti ultimamente dati dalle vendite del prosecco Lucrezia e Giorgia nelle grandi catene di supermercati Esselunga.

Uno sguardo al futuro

Come prossimo traguardo Aneri punta alla Casa Bianca: infatti è già riuscito a far bere le sue famose bollicine a Barack Obama per la sua elezione, ora tocca al prossimo neo eletto. Nonostante gli obiettivi internazionali, alla fine l’imprenditore veronese reputa il prosecco un prodotto semplice, la cui grandezza e segreto sta nel rendere felici le persone.